CVORE - La mia storia, il mio cuore
Ciao,
mi chiamo Alessandra e ho 36 anni.
Cvore è il mio progetto, la mia creatura, il mio cuore trasformato in qualcosa che si può toccare, indossare, sentire.
Ma Cvore non è nato da un momento felice.
Il 20 marzo 2019 ho avuto un incidente stradale che ha cambiato completamente la mia vita. Una sera che mi ha lasciato ferite profonde al volto e mi ha portato via un piccolo pezzo del dito indice della mano destra.
Quel giorno ha segnato un prima e un dopo.
Il corpo cambia, la testa vacilla, l’entusiasmo si spegne. Tutto quello che era semplice e spontaneo diventa faticoso, incerto, doloroso.
Ti ritrovi nel caos, costretta a rimettere tutto in discussione.
Eppure da lì ho ricominciato.
Non subito, non con leggerezza.
Ho iniziato da gesti piccoli: rimettere in ordine i pensieri, lasciare che le mani si muovessero di nuovo, anche se con paura.
Ho cominciato a creare, senza sapere se sarebbe piaciuto a qualcuno. Ma a me serviva.
Per tornare a sentirmi viva.
All’inizio non ne parlavo.
Non mi piace l’idea di condividere il dolore per attirare attenzione o creare empatia forzata.
Non sono una “piagnona”, come dico spesso con ironia.
E chi mi conosce sa che non amo appesantire, drammatizzare o fare leva sulle disgrazie.
Volevo che chi mi seguiva si affezionasse prima di tutto al prodotto, all’idea, al mondo di Cvore ( non alla mia storia).
Ma poi, con il tempo, con alcune di voi si è creato un rapporto speciale, sincero. Un legame.
E come si fa tra amiche, ho iniziato a raccontarmi.
Non per spettacolarizzare il dolore, ma per condividerlo quando sentivo che dall’altra parte c’era ascolto vero.
Poi, dopo il crollo, è arrivata la voglia di ricostruire.
Con più forza, più verità, più me.
E così è nato Cvore — con la “v” al posto della “u”, come per dire: non è il solito cuore.
È un cuore che si è rotto, ha sanguinato, ha tremato. Ma che ha continuato a battere.
Cvore è una parola inventata, un suono che somiglia a “cuore” ma ha dentro qualcosa di diverso.
Una V al posto della U.
Una ferita al posto della perfezione.
Perché non volevo rappresentare l’amore da cartolina.
Volevo dare forma a qualcosa che esiste anche nelle crepe, nelle pause, nei ritorni.
Ogni creazione che trovi qui è un frammento di questa storia.
Non è solo un gioiello.
È un simbolo, un piccolo amuleto da portare addosso.
Qualcosa che ti rappresenta, che ti protegge, che ti ricorda che non sei sola.
Uso materiali resistenti e anallergici, scelgo forme essenziali ma evocative, creo pezzi che durano, che parlano, che custodiscono significati.
Cvore è mio figlio.
È un’estensione di me, mi somiglia e cresce con me.
Ogni volta che qualcuno sceglie un mio gioiello, sento che sta accadendo qualcosa di vero. Di silenzioso, ma importante.
Per le mille me che ho deciso di cambiare.
Per le paure che non ho assecondato.
Per la possibilità di arrivare fin qui, dove sono.
E se sei arrivata anche tu qui, forse non è un caso.
Benvenut*
Questo cuore, così com’è, è anche un po’ tuo.
Perché forse anche tu hai avuto un momento in cui hai perso qualcosa.
O qualcuno.
Un momento in cui tutto è cambiato.
Se Cvore arriva a parlarti, forse è perché riconosci quel battito.
Quello che continua, anche quando fa male.
